Scatta il Piano B. Il Piano Giovani Alto Garda e Ledro cambia pelle.

Scatta il Piano B. Il Piano Giovani Alto Garda e Ledro cambia pelle.
Giugno 18, 2017 Francesco

Nuovo nome e nuovo logo (esiste anche il .gif) per il Piano Giovani Alto Garda e Ledro.  “PIANO B”, perchè i tempi impongono un giro di vite, un reset per ritrovare lo slancio.
Come auspicato dalla stessa Assessora provinciale alle politiche giovanili Sara Ferrari, attualmente impegnata nella definizione di una nuova legge giovani che dovrebbe significare soprattutto per i piani meno burocrazia e più visione strategica (policy).
Dai primi piani giovani sono passati più o meno dieci anni (gloriosi) animati da associazioni e gruppi che hanno reso possibili centinaia e centinaia di progetti, molti dei quali sono ancora impressi nella memoria. Un capitale sociale immenso di cui andare fieri.

Va riconosciuto altresì che in dieci anni molto è cambiato, per fare alcuni esempi :

  • vi è stata la crisi e con essa l’esperienza di un’intera generazione di giovani che ha dovuto fare i conti con la necessità di immaginare e lanciarsi in strade alternative,
  • le motivazioni delle persone sono mutate così come la percezione del proprio tempo libero, il significato di essere volontario, di far parte di un’associazione non è più lo stesso,
  • sono letteralmente esplosi i social network e con essi si sono aggiunti nuovi modi di comunicare e condividere,
  • i giovani in generale sono diventati molto pragmatici, chiedono molta concretezza, apprezzano comunicazioni dirette, brillanti, rapide, profonde e al tempo stesso simpatiche, leggere. La chiarezza rispetto a ruoli e responsabilità, rispetto a chi decide e cosa è una conditio sine qua non. Le proposte di qualunque genere esse siano devono essere semplici e a fuoco fin da subito, organizzate in modo chiaro e quanto più possibile circoscritto.

 

Dopo dieci anni, diventa quanto mai necessario un riassetto del modo in cui si può e si deve  fare politiche giovanili oggi, come enti pubblici e come associazioni. Politiche che siano sempre meno la riserva indiana in cui collocare i giovani, associandoli alle categorie divertimento/hobbies, e sempre più un’opportunità per tutti, anche per gli adulti, di partecipare attivamente al ripensamento di ciò che la nostra comunità è e vorrà essere in futuro.

E rispetto a questo i giovani hanno molto da dire, anche perché spesso, per rompere gli schemi, bisogna avere il gusto del divertimento.

Nel frattempo l’Unione Europea ha dato dei riferimenti importanti sullo youth work e su ciò che lo caratterizza: in una parola prendere i giovani sul serio, intravedere in loro gli adulti che saranno e su ciò fare leva. 

Non solo per loro stessi, ma per la comunità stessa. Lo ha detto il referente politico del Piano Assessora Patrizia Angeli: “i giovani sono quelli che a tutti gli effetti ci danno gli input migliori” così come la stessa Assessora provinciale: “ascoltare i giovani non è solo una necessità, è un oggettivo valore aggiunto che permette di ideare politiche migliori”.

Come dire che chiunque voglia guardare al futuro e costruirlo concretamente non può prescindere dal coinvolgere i giovani nelle decisioni e nelle azioni. Un’idea non propriamente consolidata in Italia, ma che in questi anni, anche per via negativa, si è fatta strada.

A grandi linee questa è stata l’analisi che ha determinato il PIANO B dell’Alto Garda e Ledro.

E le conseguenze? Eccole:

1) PIANO B sarà attivo tutto l’anno, al di là dell’uscita del bando annuale, attraverso un team di sportello (composto da una sportellista, un social media manager e un grafico/fotografo) a servizio dei progettisti ma anche promotore di tutta una serie di iniziative firmate Piano B,

2) PIANO B sarà costantemente ripensato e ritarato a partire dai suoi diretti stakeholder: i giovani. Questo attraverso un tavolo giovani, strettamente legato al tavolo istituzionale in cui siedono gli assessori dei Comuni, che sarà attivo tutto l’anno (previsti dai 2 ai 4 incontri al mese) , aperto a tutti,  e in cui hanno diritto di voto solo gli under35. Requisito principale richiesto: sapersi confrontare con punti di vista diversi dal proprio . Obiettivo: puntare a una crescita individuale e collettiva, entrare nel merito delle questioni e portare il proprio contributo attivo nei processi decisionali che riguardano non solo il piano giovani ma più in generale i grandi temi, normalmente appannaggio “dei grandi”, che riguardano il territorio. Al fine da renderlo un luogo reale in cui identificarsi come giovani e come cittadini, sentendosene appartenenti.

Prima azione: scandagliare il tema guida del 2018 “intergenerazionalità”  e lanciarlo in autunno con un grande contest artistico aperto a tutte le fasce d’età;
3) PIANO B verrà conosciuto sul web e sulla carta stampata grazie a un piano di comunicazione fresco e ironico, che ha nella pagina facebook\giovani.altogardaeledro il suo canale d’eccellenza.

Di PIANO B ha parlato anche il Trentino.

0 Commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*