CENTRI GIOVANI

I centri giovani di Andalo, Arco, Pergine e Rovereto  nascono con il compito di puntare sui giovani – sulla loro innata capacità di pensiero, di creazione e di intrapresa – per coinvolgere l’intera comunità locale in un processo di rinnovamento socio- culturale ed economico del territorio.
La posta è alta e nulla più di una “rete degli spazi” può dare slancio a questa impresa.

TRENTINOGIOVANI.IT intende dare visibilità locale e nazionale all’attività dei centri giovani attualmente attivi in Trentino e facilitare il più possibile la condivisione delle loro esperienze e competenze in vista dello sviluppo di un’eccellenza trentina.

 

FONDAMENTI NORMATIVI

L’art.9 dalla LEGGE del 28 maggio 2018 n.6 afferma:

“Art. 9. Centri giovanili
1. La Provincia riconosce il ruolo dei centri giovanili quali punto di riferimento per l’organizzazione di azioni rivolte ai giovani e volte, tra l’altro:
a) alla realizzazione di iniziative formative, di stimolo all’imprenditoria giovanile e di orientamento e supporto alla vita del giovane;
b) alla produzione di attività artistiche;
c) allo svolgimento di attività culturali, ludico-ricreative e motorie.
2. La Provincia può favorire la costituzione di una rete per il coordinamento delle attività svolte dai centri giovanili.”

 

I centri giovani sono stati previsti e finanziati dalla LEGGE PROVINCIALE 14 febbraio 2007, n. 5  .  L’articolo n.8 della medesima legge poi sostituito dalla n.6/2018 affermava che i centri giovanili sono:

strutture pubbliche, la cui gestione è affidata agli enti locali stessi o, tramite convenzioni alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni tra giovani, tra genitori e di promozione sociale, fondazioni, oratori attraverso le parrocchie, le altre associazioni private senza scopo di lucro”.

La Delibera della Giunta provinciale n.1874/2007 fornisce la seguente definizione di centro giovani:

luoghi che favoriscono l’aggregazione dei giovani attraverso diverse discipline e attività. Sono punti di riferimento per l’organizzazione di iniziative rivolte ai preadolescenti, adolescenti, giovani e giovani adulti, quali la produzione di attività artistiche, gli scambi tra realtà culturali, azioni formative e di stimolo per l’imprenditoria giovanile, laboratorio di idee sui nuovi linguaggi e sull’interconnessione tra i vari saperi, azioni di orientamento e supporto alla vita del giovane, attività ludico-ricreative, attività motorie, l’esercizio dell’animazione di comunità rivolta alle nuove generazioni. I bacini di utenza dovranno riguardare almeno 10.000 abitanti o collocarsi in un Piano Giovani di Zona di interesse di più Comuni o strutture di riferimento fino al livello provinciale.” [Fonte: delibera Giunta provinciale n° 1874 del 31 agosto 2007, con allegato bando provinciale con approvazione di modalità per la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione di centri che favoriscano l’aggregazione dei giovani].

Le delibere che hanno previsto il finanziamento dei centri giovani sono state:

– 1874 del 31 agosto 2007, (vedi anche l’allegato parte  integrante “Modalità per la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione di centri”)

IL MODELLO EUROPEO DEI CENTRI GIOVANI TRENTINI

I Centri giovani trentini richiamano i principali riferimenti UE in materia di youth work1. Ed il quadro dell’azione strategica della U.E., a cui fanno riferimento tutti i programmi attuali, è “Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. Per quel che riguarda le giovani generazioni, vi è una centratura particolare sul temi dell’apprendimento delle competenze (anche in ambito informale) e del relativo riconoscimento.

Vale la pena ricordare alcuni “europilastri” che già dal Trattato di Maastricht segnano una attenzione alle giovani generazioni europee:

  • l’azione dell’Unione europea è intesa a incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell’Europa2;
  • ciascun giovane rappresenta una risorsa per la società ed ha messo in risalto l’importanza di affermare il diritto dei giovani di partecipare all’elaborazione delle politiche che hanno ripercussioni sulla loro vita mediante un dialogo strutturato costante con i giovani e le organizzazioni giovanili3;
  • ogni persona ha diritto alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione ed i minori possono esprimere liberamente la propria opinione e specifica che questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità4;
  • i giovani hanno un prezioso contributo da apportare allo sviluppo della società;
  • il loro coinvolgimento nella ricerca di risposte ai problemi e alle sfide della società è essenziale al fine di consentire a tutti i giovani di trarre pieno vantaggio dalle loro capacità e trovare soluzioni funzionali, significative e sostenibili5;
  • è indispensabile accettare la voce dei giovani in tutti i processi politici e decisionali che hanno ripercussioni sulla loro vita6;
  • una maggiore partecipazione dei giovani può contribuire allo sviluppo sociale, politico culturale ed economico e, se un maggior numero di persone e di idee sono rappresentate in ambito pubblico, le decisioni avranno basi più solide7.

Da ricordare la Strategia UE per la gioventù (2010-2018)8, che definiva questi obiettivi:

  • creare per tutti i giovani, all’insegna della parità, maggiori opportunità nell’istruzione e nel mercato del lavoro;
  • promuovere fra tutti i giovani la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e la solidarietà.

Oltre a ciò, individua priorità annuali che per il periodo compreso tra il 1° luglio 2014 e il 31 dicembre 2015 riguarda il conferimento di responsabilità ai giovani, connesso all’accesso ai diritti ed all’importanza della partecipazione politica dei giovani9. Oltre a tutto ciò, definisce l’animazione socioeducativa (youth work) quale metodologia di lavoro con le giovani generazioni10 e punto di forza dello sviluppo delle politiche giovanili in Europa, sostenendo e riconoscendone in particolare l’apporto economico, sociale e professionalizzante11.


Tab. 1: L’animazione socioeducativa (youth work)

L’animazione socioeducativa appartiene al settore dell’educazione extrascolastica, comprende specifiche attività ricreative organizzate da professionisti o da animatori socioeducativi, e si basa su processi di apprendimento non formale e sulla partecipazione volontaria L’animazione giovanile:

  • può contribuire allo sviluppo dell’autonomia, della responsabilizzazione e dello spirito imprenditoriale […], della creatività, della consapevolezza culturale e sociale, e dell’innovazione dei giovani, della partecipazione sociale, dell’impegno volontario, della cittadinanza attiva, dell’inclusione;
  • realizzata sia da volontari sia da professionisti, ha un notevole impatto socioeconomico in quanto può produrre attività economica, fornisce infrastrutture, crea vantaggi economici ed aumenta l’occupazione (giovanile). Il mercato del lavoro può beneficiare delle capacità e competenze personali e professionali acquisite attraverso l’animazione socioeducativa, sia dai partecipanti sia dagli operatori e animatori socioeducativi. Tali capacità e competenze dovrebbero essere sufficientemente valutate e riconosciute in maniera efficace.

Ritornando invece al concetto di sviluppo di competenze e talenti, è interessante verificare come trovino traduzione operativa anche nel concetto di “spazi giovanili”, definiti dalle U.E. come “centri di animazione socioeducativa12, cioè:

  • Ambienti in cui i giovani possono sviluppare la loro creatività e i loro interessi trascorrendovi proficuamente il tempo libero13;
  • Luoghi che contribuiscono a creare per tutti i giovani, all’insegna della parità, maggiori opportunità nell’istruzione e nel mercato del lavoro14;
  • Strumenti di inclusione, cittadinanza attiva e solidarietà15;
  • Strutture guidate da animatori socioeducativi, in cui tutti i giovani, inclusi quelli non appartenenti ad alcuna organizzazione ed i giovani con minori opportunità, possano incontrarsi, creare e essere coinvolti in progetti16;
  • Canali per sviluppare le capacità e le competenze dei giovani, specialmente di quelli con minori opportunità17.

La “filosofia” di fondo di questi spazi è quella di svolgere la funzione di luoghi di produzione culturale/creativa giovanile unita a quelle di sviluppo di “competenze chiave”, spendibili anche sul mercato del lavoro. In questi contesti informali e non formali18 (e non solo nella Scuola…) avviene l’apprendimento del 70% di queste “8 Key competences”19, che sono quelle relative alla comunicazione nella lingua madre ed in almeno una lingua straniera, digitali e matematiche, creative, di cittadinanza, imprenditoriali e relative all’imparare ad imparare20.

Da qui il senso delle politiche giovanili: promuovere attività di “educazione non formale” basate sulla partecipazione volontaria dei giovani, finalizzata all’apprendimento di competenze21. In questo modo lo youth work può contribuire – ed in modo molto efficace – allo sviluppo dell’autonomia, della responsabilizzazione e dello spirito imprenditoriale, della creatività, della consapevolezza culturale e sociale, e dell’innovazione dei giovani, della partecipazione sociale, dell’impegno volontario, della cittadinanza attiva, dell’inclusione22.

In questi spazi, l’organizzazione è generalmente flessibile e adattabile per favorire l’accesso ad attività formative e culturali quali musica, teatro, cinema, danza, pittura, disegno e attività manuali ed espressive, nuovi sport, multimedialità, comunicazione, informazione e media, ma anche spazi dedicati allo studio e al libero accesso al wi-fi, ai nuovi lavori e professioni e di sperimentazione e ricerca in campo artistico e culturale e digitale.

A garantire tutto ciò, in questi centri operano animatore/animatrici (youth workers) per favorire lo sviluppo di questi percorsi con i ragazzi, attenti sia al compito (il prodotto, es. una rassegna di band), che alle relazioni che si sviluppano, ai percorsi personali (orientativi) di ciascuno ed all’apprendimento di competenze. Si lavora quindi in contesto di politiche giovanili e di Youth Work23, dove il Centro diventa un punto di riferimento per il territorio, ed i giovani stessi diventano una risorsa indispensabile per la comunità.

1 Art. 149, par. 2, del Trattato di Maastricht, 7 febbraio 1992.

2 Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992, articolo 149 paragrafo 2 che recita: “[…] L’azione della Comunità è intesa a […] favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socioeducative”, in Inglese “youth workers”.

3 Risoluzione del Consiglio su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) GU C 311 del 19.12.2009, pag. 1.

4 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Proclamazione Solenne, Parlamento, Consiglio Europeo, Commissione, in Gazzetta Ufficiale Unione Europea, 18.12.2000 (articoli 11, 12 e 24).

5 In Punto 2 della Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sulla promozione di forme nuove ed effettive di partecipazione di tutti i giovani alla vita democratica in Europa, Gazzetta Ufficiale Unione Europea, Bruxelles, 09.06.2011.

6 Vedi Nota Precedente, Punto 7.

7 Vedi Nota Precedente, Punto 12.

8 Consiglio dei Ministri dell’Unione europea, Sessione Gioventù (2009), Un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2010-2018. Risoluzione n°15131/09. Bruxelles, 17 nov. 2009.

9 Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 20 maggio 2014, sulla panoramica del processo di dialogo strutturato, compresa l’inclusione sociale dei giovani.

10 Fonte: Risoluzione del Consiglio, sull’animazione socioeducativa [Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, 4.12.2010].

11 Consiglio dei Ministri dell’Unione europea, Sessione Gioventù (2009), Un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2010-2018. Risoluzione n 15131/09. Bruxelles, 17 nov. 2009.

12 Risoluzione del Consiglio, sull’animazione socioeducativa [Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, 4.12.2010].

13 Risoluzione del Consiglio su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù 2010-2018, 29.11.2009.

14 IDEM.

15 IDEM.

16 Risoluzione del Consiglio sulla panoramica del dialogo strutturato con i giovani sulla partecipazione dei giovani alla vita democratica in Europa, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 11.12.2012.

17 IDEM.

18 Cioè famiglia, tempo libero, gruppi informali, organizzazioni giovanili.

19 Commissione Europea, Programmi Gioventù in azione, Bruxelles 2007.

20 “Quadro di riferimento europeo sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente”, Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio 2006/962/CE del 18.12.2006.

21 Vedi anche Risoluzione del Consiglio, sulla promozione di forme nuove ed effettive di partecipazione di tutti i giovani alla vita democratica in Europa, Bruxelles, 9.06.2011.

22 Fonte: Risoluzione del Consiglio, sull’animazione socioeducativa [G. U. Unione Europea, 4.12.2010].

23 Art. 149, par. 2, del Trattato di Maastricht, 7 febbraio 1992.

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Centri giovani di matrice europea

In Trentino oltre a questi centri giovani fortemente innovativi esistono molti altri luoghi di aggregazione giovanile: istituzionali o informali, tradizionali o sperimentali. Stiamo cercando di mapparli tutti.
Ecco il risultato di questo lavoro allo stato attuale:
mappatura 04.2017

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